arte e commercio

e collezionismo: quanto l’arte e il commercio si incontrano

I collezionisti d’antiquariato sono in grado di apprezzare sia i pregi che i difetti degli oggetti d’antiquariato. Collezionando antiquariato ci si può arricchire sotto svariati punti di vista, favorendo lo studio della storia, degli stili e delle tecniche.

Nuove ricerche ed eventuali scoperte saranno la prova del fatto che il processo di apprendimento non ha mai fine e al collezionista verrà offerta la possibilità di comprendere i legami sottili che intercorrono fra le arti, anche quelle che apparentemente sembrano lontane, scoprendo che in passato non si svilupparono in modo separato ma ebbero la loro evoluzione sotto le stesse influenze.
Alla luce di ciò si può definire il collezionismo come un’attività di piacere ma anche come un’attività di autoistruzione. In questo panorama le opere d’arte e in particolare i dipinti antichi e moderni occupano uno spazio importante e rilevante.
I dipinti, dipinti moderni o antichi, sculture, ceramiche ed altri oggetti sono una ricchezza per il collezionista.

Oltre ad essere una ricchezza dal punto di vista culturale è indubbio che siano anche una buona forma di investimento. Una buona valutazione professionale dell’oggetto in questione costituisce sempre un punto centrale dell’aspetto commerciale del collezionismo e dell’antiquariato.

Capita però, a volte, che questa attività di investire su dipinti importanti o meno importanti, sia riconosciuta come ricerca orientata al solo fine di lucro facendola diventare una attività professionale per mercanti, esperti e specialisti.

Ma come è ben risaputo, l’antiquariato così come l’esperto di dipinti di pregio è molto più, è in qualche modo la capacità di saper apprezzare il bello in tutti i suoi aspetti e riconoscerne il significato e il ruolo anche nell’aspetto più pratico delle nostre vite che hanno a che fare ad esempio con l’arredamento. Ma toccano l’apice ovviamente nell’espressione artistica di quadri e dipinti.

Non bisogna quindi  perdere il contatto con l’espressione dell’arte e con il più puro gusto di circondarci di oggetti belli e di valore non solo economico ma anche storico.

Pittori famosi o importanti quotati nel mercato

Nel mercato dell’alto antiquariato e compravendita di opere d’arte importanti, in particolare quadri e dipinti antichi e moderni, ci sono alcuni pittori particolarmente quotati nel mercato sia italiano che straniero. Ne vogliamo segnalare tre in particolare le cui opere hanno raggiunto delle cifre importanti e sono molto considerati.

Van Wittel Gaspar

Nato ad Amersfoot nel 1653, nei primi anni della sua carriera artistica fu allievo di Jan Van Der Heyden e Matthias Withoos nell’arco di tempo che va dal 1669 al 1674, anno in cui poi decise di spostarsi in Italia.
Stabilitosi a Roma, iniziò a collaborare per diverso tempo con l’ingegnera Cornelia Meyer con il compito di effettuare i rilievi grafici del corso del Tevere. La sua produzione fu caratterizzata da una particolare propensione al dettaglio e all’impostazione descrittiva tipica del vedutismo nordico che influenzò grandemente la sua produzione e anche quella di altri pittori e dipinti dell’epoca.
Di grande rilievo per i lavori ritrattistici della città di Roma fu l’utilizzo di strumenti innovativi quali la scatola ottica. Per alcuni anni lavorò anche in Lombardia, oltre che a Urbino e a Napoli, dove nel 1702 fu ospite del viceré spagnolo.
Fu considerato anticipatore del Canaletto e fu particolarmente cercato dal patriziato romano sia dagli Albani sia dagli Ottoboni. Nel 1711 ottenne la consacrazione ufficiale come pittore di rilievo e una volta entrato a far parte dell’accademia di San Luca.
Suo figlio Luigi Vanvitelli, grazie agli insegnamenti del padre ottenne fama e successo per le sue opere straordinarie. Le opere di Van Wittel sono tuttora raccolte nella galleria Colonna ma la maggior parte delle suo opere sono custodite nella Reggia di Caserta.

Van Loo Jules Cesar Denis

Van Loo Jules Cesar Denis nasce a Parigi nel 1743, fu  un apprezzato pittore paesaggistico i cui rudimenti gli furono insegnati al padre Charles-Andrè Van Loo che lo avvicino sin da giovanissimo al mondo dell’arte e della pittura.
Nel 1784, dopo aver ricevuto diverse onorificenze tra le quali quello di accademico di Francia, espose le sue opere più importanti al Salon de Paris, esposizione che fu più volte organizzata e riproposta fino al 1817.
Tra le sue opere pittoriche e dipinti, esposti nei musei di tutto il mondo, ricordiamo Paesaggio innevato, Paesaggio invernale, Campagna romana, Paesaggio con il Ponte di Tivoli ed molti altri paesaggi ispirate alle bellezze paesaggistiche d’Italia. Molto amati furono i suoi paesaggi al chiaro di luna. Muore a Parigi nel 1821.

Antonio Gonzalez Velázquez

Nato a Madrid nel 1723, fu un noto pittore spagnolo legato alla storia artistica italiana in quanto soggiornò a Roma grazie alla vincita di una borsa di studio alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. In Italia realizzò quindi le decorazioni per la Chiesa della Santissima Trinità degli Spagnoli, che gli valsero una buona notorietà con opere come “Il buon pastore” , “Papa Innocenzo III dona l'abito ai primi Trinitari” e “Visione di San Giovanni de Matha e san Felice di Valois”, i due fondatori dell’ordine della Santisima Trinità, e “Storie di Abramo e Sara; Evangelisti”. Dopo queste esperienze, tornato in Spagna gli venne affidata la decorazione della cupola della Basilica di Nostra Signora del Pilar, a Saragoza, che è considerata la prima Chiesa della storia dedicata alla Vergine Maria e quindi uno dei più frequentati punti di pellegrinaggio.

In questa basilica rappresentò assieme al maestro Corrado Giaquinto diversi dipinti tra cui “La Santa Cappella e l'apparizione della Vergine del Pilar” e “Le quattro donne principali della Bibbia”.

Guadagnando ulteriore prestigio, venne nominato da Ferdinando VI pittore di corte, lavorando agli affreschi del Palazzo Reale di Madrid, tutti a tema religioso, come la raffigurazione in dipinto di “Gentilezza accompagnato da quattro Virtù Cardinali”. Pochi anni dopo venne nominato anche direttore dell’Accademia Reale, grande onorificenza che determinò il culmine della sua carriera.

Negli anni seguenti continuò a lavorare assieme ai sui allievi Francisco Bayeu e Mariano Salvador Maella anche realizzando cartoni per la Fabbrica Reale di Tapices, che ai tempi viveva la sua massima espansione. Nei suoi dipinti si apprezza molto la grazia e l’armonia delle composizioni, riscontrabili in una delle opere più belle che si trova nella soffitta del palazzo del Buenretiro: Ferdinando ed Isabella che ricevono da Cristoforo Colombo le chiavi del nuovo mondo. Muore a Madrid nel 1793.